Immigrant Song

Kota Kinabalu e’ la capitale del Borneo. Si trova a nord ovest sulla costa. Il suo centro e’ costituito da un reticolo di edifici in cemento, un po’ anonimo perche’ durante la seconda guerra mondiale la citta’ venne rasa al suolo due volte dagli Alleati per accellerare la ritirata dei giapponesi. Kota Kinabalu e’ stata quindi ricostruita negli anni ’60. E’ vero che non possiede bellezze architettoniche, pero’ diversamente dalle altre citta’, si rifa’ sul piano della forte vitalita’ che la caratterizza, specie la notte.  Pullula di bei locali all’aperto dove si puo’ trascorrere la serata bevendo Tiger, la birra  malese,  ascoltando della musica e facendo due passi sul lungomare che ospita, sia di giorno che di notte, diversi mercati. Il piu’ bello e’ quello notturno. Un’estremita’ e’ dedicata alla vendita di frutta e verdura, l’altra e’ una grande cucina all’aperto dove si possono consumare al momento prelibatezze cucinate all’istante. Il mercato ortofrutticolo ha comunque un suo fascino, specie quando le bancarelle sono colme di mango, meloni, jack fruit, frutti della passione, le piccole banane dolcissime….Inoltre una fila di sarti lavora alacremente lungo tutta la parte esterna del mercato. Sono tutti uomini e lavorano in strada, su capi che la gente porta al momento, calcando il piede sulle loro Singer. Come quella che aveva la nostra nonna.

Oggi e’ il primo giorno dedicato al relax totale. Sveglia di buon mattino, porto e barca a motore verso l’isola di Palau Sapi, dove ho passato la giornata a fare snorkeling. Una bella spiaggia bianca e acqua cristallina. Devo sinceramente ammettere che la barriera corallina vista oggi non ha i colori di quella che ho visto a Dahab in Egitto. Pero’ nelle zone migliori per fare snorkeling o diving ci arrivero’ tra qualche giorno, quindi vedremo. L’isola di oggi, insieme ad altre quattro e’ parte di un parco nazionale, chiamato Tunku Abdul Rahamn National Park. Mi sono accorta atterrando in aereo che, la costa di una di queste isole,  e’ disseminata di palafitte impiantate su acque basse e si scorgevano anche delle moschee.  Passandoci vicino con la barca ho visto nuovamente la vastita’ di questo agglomerato senza sapere cosa fosse. Questa sera scambiando qulche parola con della gente locale al mercato, per la prima volta mi son sentita dire di fare attenzione e non andare in giro sola la sera. Motivo? Gli immigrati filipppini. Le palafitte che ho visto sono abitate da immigrati filippini, illegali e clandestini, che le hanno costruite su un labitinto di passerelle sgangherate. La cosa che mi ha colpito e’ il disprezzo e la preoccupazione che gli abitanti di Kota Kinabalu dimostravano, parlandone. La storia di queste isole e’ gia’ di per se’ controversa perche’  le Filippine le hanno sempre rivendicate e ci sono attivita’ di contrabbando molto intense. Inoltre i ribelli islamici si rifugiano qui per sfuggire alle forze governative e, come se non bastasse, esitono ancora i pirati, che a volte compiono delle scorrerie.

Tutto il mondo e’ paese e l’immigrazione, che sia clandestina o regolata, fa paura a tutti. Chissa’ quali sono le ragioni piu’ profonde di questa paura, forse un terrore atavico della perdita di qualcosa di proprio. Eppure io mi sento di concludere questo post con un inno alla mescolanza tra popoli diversi.  Un po’ come si prepara una buona zuppa di mare, tanti pesci diversi e spesso i piu’ poveri, per avere il migliore dei risultati. Soprattutto perche’ la progenie prendera’ i geni migliori dell’uno e dell’altro. Sapra’ cucinare le cime di rapa della mamma e le tapas del papa’. Avra’ occhi tondi e scuri delle indiane e l’altezza dei popoli del nord. Una pelle calda e sensuale dell’Africa e i baffi dei turchi. Insomma mescolatevi. Con tutti tranne che con i giapponesi pero’. Si, perche’ i giapponesi sono proprio brutti e piu’ cercano di essere trendy  piu’ risultano orrendi. I giapponesi hanno la lunghezza dei polpacci pari a quella del righello che avevamo nell’astuccio alle scuole medie: 18 cm.Rifletteteci.

Un abbraccio

3 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Rinki
    Ago 15, 2012 @ 09:33:35

    Concordo pienamente col tuo inno alla mescolanza per fare la zuppa di pesce, anche in quanto livornese amante del cacciucco…
    Ma i pisani, come li consideriamo? Vanno equiparati ai giapponesi o possono godere di uno status particolare, nella loro essenza subumana?

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  2. dario
    Ago 17, 2012 @ 07:03:50

    la lunghezza dei polpacci
    hell of a metaphor

    Rispondi

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